Il Cielo li sorprese acquartierati sulla soglia del loro daffare quotidiano: pescatori, fonditori, tessitori e portatori d’acqua. Coloro che in essi s’imbatterono dopo quell’incontro li annusarono col rossore sulle gote e la fretta come mantello: imbarazzati e imbarazzanti.
Tutto cominciò a Nazaret, un pugno di capanne fatte con l’argilla secca: «Lo chiamerai Imbarazzo». Un giorno si fece carne e scompigliò la storia. Imbarazzandola nel colorato bailamme di periferia.
Una rilettura meditata e piena di passione dei vangeli, dell’inesauribile sorpresa che racchiudono, dell’imbarazzo che suscita il Dio che in essi sceglie gli ultimi per farne destinatari dell’amore più grande. Un sussurro d’anima che si legge con il pudore di una confidenza e lo stupore di una poesia di vita e di speranza.
La riuscita prova di un autore spirituale capace di soprendere con parole vive e dense, con uno sguardo nuovo sul Vangelo e sull'umanità.