Edith Stein: martire ebrea e santa cattolica, esigente intellettuale tedesca e mistica carmelitana. È difficile afferrare e comprendere la biografia di una donna geniale alla confluenza tra divaricazioni sofferte, spesso avvertite e vissute come irriducibili o persino contraddittorie: ebraismo e cristianesimo, fede e ragione, accademia e monachesimo, tradizione e contemporaneità. La Stein fu donna di conversioni: da un credo a un altro; dall’università alla vita religiosa; dalla filosofia alla mistica; dalla fede alla non-fede e, nuovamente, alla fede. Abbandonò l’ebraismo, abbracciò il cristianesimo cattolico, per poi morire da ebrea nel lager. La sua densissima e drammatica esistenza è stata avvertita da molti cristiani come un modo per avvicinarsi all’ebraismo, condannando l’antisemitismo e l’antigiudaismo; al contempo, la sua conversione e la successiva canonizzazione risultano motivo di inevitabili e ben comprensibili imbarazzi e contrarietà da parte ebraica, temendo ambiguità insidiose e cristianizzazioni indebite della Shoah. Questo libro va alla scoperta, da una prospettiva non convenzionale, del mondo di Edith.