Siamo tutti connessi, ma davvero comunichiamo? Messaggi o e-mail, e poi blog, post, tweet, feedback e chissà quanto altro. La connessione è sempre aperta, bastano pochi secondi per comunicare quanto stiamo facendo ai nostri amici, ai nostri conoscenti o, per non mettersi limiti, a tutto il mondo. Il paradosso è che all'interno di questo continuo scambio di messaggi è proprio il dramma della comunicazione umana a passare in secondo piano: ciò che conta è lo strumento tecnico, il computer, lo smartphone, il tablet. Se hai quello, puoi comunicare: non è più questione di capacità, ti basta solo il possesso. Eppure, ci ricordano queste pagine, «ci può essere un intenso ed efficace trasferimento di segni, messaggi, immagini ecc., senza che per questo ci sia un solo atto comunicativo, così come ci può essere un continuo parlare all’altro senza che per questo ci sia un solo istante di dialogo con lui».
Un sorprendente saggio filosofico sul senso della parola umana e sulla natura di quel «magnifico segno» che è la letteratura.