Un vecchio pontefice la cui parola si fa sempre più flebile come un’eco che giunge da un mondo lontano e un giovane rabbino che vive nella Vienna sempre più laica e distratta del XXI secolo. Per la loro età ricordano lo starec Zosima e il giovane Alioscia, ma sono due autorevoli rappresentanti rispettivamente del cristianesimo e dell’ebraismo. Si confrontano, si scrivono, alla fine si incontrano. Nella babele della connessione ininterrotta, a chi possono interessare le loro voci che vogliono andare al di là di pregiudizi antichi, di rancori all’origine di atrocità le cui immagini spaventose non sembrano sufficienti ad evitare nuovi e ricorrenti rigurgiti di antisemitismo?
Eppure le loro parole hanno fatto il giro del mondo, hanno ricordato a tanti che l’amore è più forte dell’odio, che collaborando in fiducia e speranza si può ancora guardare al futuro dell’uomo. E allora io sono andato alla ricerca delle loro parole, dell’occasione che le ha generate, dei principali documenti del dialogo ebrei-cristiani. Ne è nato questo libro che curatore ed editore offrono insieme al papa emerito in grata ammirazione (Elio Guerriero).