La preghiera è entrata nei comuni riflessi mentali come esercizio di estraniazione dell’io, pratica di isolamento individuale che incontra il divino nella misura in cui si sottrae all’intero catalogo dei non-io: gli altri, il mondo, la vita. In questo programma di sottrazione vanno perdute molte cose. Si sacrifica anzitutto l’esperienza reale, degradata a distrazione, o peggio a seduzione. Ma si sacrifica altresì la dimensione interpersonale dell’esperienza religiosa, comprensiva del suo tratto tipicamente ecclesiale. E si sacrifica soprattutto l’essenziale riferimento a Gesù senza il quale cristianamente non si dà vera unione con Dio. Quello del corpo, della comunità e di Cristo è il sacrificio congiunto del distacco secolare della preghiera dalla liturgia. È di questo che si parla in questo libro, scritto con il desiderio di essere all’altezza del suo meraviglioso oggetto: la preghiera che insieme ci porta a Dio grazie a Gesù.