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Isaia Di Scete

Isaia Di Scete Dall’insieme di testimonianze che è possibile rintracciare nell’Asceticon risulta che ha avuto contatti con Padri del deserto egiziano di Scete e dintorni della generazione successiva all’abate Poemen. Il logos 30 della raccolta permette una collocazione temporale di Isaia nella prima metà del V secolo. Questa identificazione e datazione è stata messa in discussione verso la fine del XIX secolo da Gustav Krüger. In base alla sua tesi, il corpus isaiano avrebbe avuto come autore un Isaia, monaco di origine egiziana, trasferitosi prima a Gerusalemme, quindi ad Eleuteropoli e infine nella regione di Gaza, dove era vissuto in solitudine in un monastero da lui diretto per il tramite di un suo discepolo di nome Pietro. L’Isaia in questione sarebbe morto nell’agosto del 491, senza aver aderito al Concilio di Calcedonia (451), mentre il discepolo, anch’egli di origine egiziana e di fede monofisita, sarebbe venuto a mancare qualche anno prima (489-490). Si può tuttavia notare che nei logoi isaiani non c’è nessun richiamo alla dottrina monofisita (e tanto meno vi è un riferimento a un suo trasferimento a Gaza). La questione isaiana sulla reale identità di questo monaco è destinata a sfumare per altri elementi che si sono aggiunti in seguito alla pubblicazione dell’edizione siriaca dell’opera, che ha portato alla luce, in parallelo, anche una parte della tradizione manoscritta greca, e che fanno decisamente dubitare che l’autore sia unico e che non ci sia anche la mano del discepolo Pietro o di altri redattori.

Lucio Coco studioso di letteratura cristiana antica, è autore di importanti lavori sulla tradizione patristica. Ha curato tra l’altro l’edizione integrale dei Detti dei Padri del deserto (Piemme, 1997). Si è dedicato con particolare attenzione allo studio dei testi di Evagrio Pontico, pubblicando in prima edizione italiana per le Edizioni San Paolo il trattato A Eulogio: sulla confessione dei pensieri e consigli di vita (2006) e per l’editrice Città Nuova le Sentenze del monaco egiziano (2010).

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bibliografia